Giornata della memoria:
suggestione e suggerimenti
Giornata della memoria, intervengo con un certo ritardo per i nostri ben risaputi impegni scolastici…. Grazie per i links interessanti, grazie anche per i contributi di Christian con il quale sono anch’io completamente d’accordo….
Purtroppo spesso la nostra storia, intendo quella insegnata nelle nostre scuole , si chiude alla fine della seconda guerra mondiale con qualche strascico poi su altri eventi come la guerra Fredda o la guerra in Vietnam…….Nessun accenno dell’Italia, dell’Europa e del mondo negli anni 60, 70, 80 , 90 eppure sono anni che vedono in tutta Europa e non solo degli eventi politici e sociali davvero particolari….. Me ne accorgo insegnando la storia in particolare dalla Riunificazione ai giorni nostri appena tento un qualsiasi approccio interculturale, tra l’altro del tutto lecito nell’ottica di una moderna didattica….. Ma forse questa è la mia realtà…. Spero con tutto il mio cuore di sbagliarmi e che voi lavoriate tutti con docenti di storia e di lettere giustamente progressisti…..
Non facile l’approccio come insegnante di tedesco in questa giornata particolare, cercare di dare un senso a quel minuto di silenzio che, spesso, come ha ribadito la collega sembrano addirittura tre….
Ecco cosa ho rielaborato in questi anni…. L’esperienza vi posso assicurare è pienamente riuscita in quanto mi trovo spesso ad affrontare l’argomento con classi quinte ( la mia attenzione è rivolta alle classi quinte) e non ad alunni che studiano unicamente la lingua tedesca, ma in questa occasione anche a quelli di lingua inglese (veicolare) + lingua spagnola o francese…. Spesso sono i miei stessi colleghi a chiederlo ( prima in un liceo ed ora in un istituto tecnico).
La mia lezione di circa un’ora si basa sull’analisi di due poesie che trovo particolarmente significate, la prima “ Abschied” di Else Lasker-Schüler http://www.deutsche-liebeslyrik.de/laske114.htm
dove tutti i simboli del mondo ebraico ricompaiono nel loro autentico significato e dove appare la grande jüdische Würde trionfante nella sua grandezza e la seconda
O der weinenden Kinder Nacht di Nelly Sachs http://sophie.byu.edu/literature/index.php?p=text.php&textid=1980
(Der Kindesmord ist das schrecklichste Verbrechen und tötet gleichzeitig alle Hoffnungen eines Volkes).
Beide Gedichte stellen eine grausame Wirklichkeit dar: Ohne gewaltige Bilder stellen beide die Gewalt, die Zerstörung dar und rufen daher eine noch tiefe Erschütterung hervor.
Le due poesie le distribuisco in fotocopia in originale ai miei alunni che studiano tedesco, il giorno della lezione le traduciamo e le commentiamo insieme. La seconda poesia normalmente si traduce, ogni commento risulta banale.
Poi chiedo loro se conoscono la canzone dei Nomadi “ Auschwitz”, la faccio sentire e così si chiude la lezione senza commenti. http://www.lyricsbook.net/lyrics/64473.html
Il messaggio è recepito e spesso mi ritrovo saluti da allievi non miei, che poi vengono pure a chiedermi alcuni consigli per le loro tesine in campo filosofico o storico in genere. Precedentemente avevo affrontato testi più lunghi e difficili come quelli di Paul Celan, ma con scarso riscontro.
Unterrichtsreihe: „Holocaust-Literatur im Unterricht“
http://www.leanet.de/dyn/bin/29639-29683-1-holocaust_literatur_textauswahl.pdf
Tra l’altro „Abschied“ é stata ritrovata poi casualmente da me in un altro contributo sul Web , ovvio, più o meno discutibile…..
http://docserver.bis.uni-oldenburg.de/publikationen/bisverlag/unireden/ur25/kap2.pdf
Mi piacerebbe poi condividere con voi, come ho fatto a posteriori con i miei allievi ,queste righe tratte da : Quaglino, Romano, A spasso con Jung, Cortina Editore, p.125, L’ignoranza ha le stesse conseguenze della colpa.
“…..Distogliere lo sguardo: questa è la colpa che può esserci sempre imputata, giacché essa significa ignoranza dei fatti e ignoranza dei valori, dunque ignoranza dei loro nessi e rifiuto di prendere posizione. Eppure esiste, ed è diffusa, una pedagogia della cecità: non occuparsi dei fatti altrui, fare lo gnorri, coltivare il proprio giardino, non darsi pensiero, far finta di niente, tirare a campare sono gli articoli di questa grigia regola ispirata a una prudenza troppo interessata per essere autentica. Questa pedagogia conduce direttamente ad Auschwitz e ai campi di sterminio. Gli abitanti del villaggio non sapevano, non riconoscevano il fumo che si levava incessante dai camini del campo. E gli altri, quelli che lavoravano nei campi, ubbidivano agli ordini. Questo dà da pensare. Dunque, ubbidire agli ordini è più importante che guardare. L’ubbidienza rende ciechi. Ciò equivale a dire che la forma estrema dell’affidamento- quell’ubbidienza che non a caso è detta “ cieca e assoluta” - ci fa a un tempo stupidi e criminali. Si capisce allora meglio lo strenuo moralismo di Theodor Adorno che si domandava se, dopo Auschwitz, fosse ancora lecito scrivere poesie. Era quello un paradossale invito a non distrarsi, ad affissare lo sguardo nell’orrore, e a espiare così, pur senza poterla mai cancellare, la colpa di non aver guardato. ……”
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